DDL Prestazioni sanitarie, Mancata semplificazione piani terapeutici è occasione persa.pdf
Cinque milioni di visite specialistiche l’anno: tanti sono i posti che, potenzialmente, si sarebbero liberati, se fosse stato approvato l’emendamento Calandrini-Zullo al DDL Prestazioni sanitarie, che avrebbe aperto a tutti i medici la prescrizione dei farmaci sottoposti a piano terapeutico, dopo 12 mesi dalla prima volta. L’emendamento è, però, stato ritirato. Il DDL ha ricevuto ieri sera il via libera del Senato e passa ora alla Camera.
A fare i conti è, oggi, il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli. Che, pur manifestando un giudizio complessivamente positivo sul DDL, definisce il ritiro dell’emendamento “un’occasione persa”.
“Sono quasi due milioni e trecentomila – spiega Anelli – i pazienti che devono assumere un farmaco sottoposto a Piano Terapeutico. Questi pazienti che, per il 69%, hanno oltre 70 anni, devono recarsi una, due, anche tre o persino quattro volte l’anno dallo specialista, solo per rinnovare il piano terapeutico. Semplificare la prescrizione di questi medicinali, lasciando la prima allo specialista e aprendola poi, dopo 12 mesi, a qualsiasi medico, compreso il medico di medicina generale, significherebbe un risparmio in termini di spostamenti, di tempo, di energie per i pazienti e i caregiver. E, soprattutto, significherebbe liberare ore di visite specialistiche da utilizzare per l’attività clinica, anziché per pratiche burocratiche, con un effetto reale e misurabile sull’abbattimento delle liste d’attesa”.
Delusione, da parte della Fnomceo, anche per il ritiro dell’emendamento che avrebbe reinvestito sulla formazione dei professionisti sanitari parte delle risorse da essa stessa generate.
Roma, 16 aprile 2025
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